DA IL GAZZETTINO
di Laura Simeoni
TREVISO (24 agosto) - Anziani, attenti. I truffatori non sono solo quelli che suonano il campanello spacciandosi per operai inviati dall'Enel a leggere il contatore. Spesso i veri pericoli si nascondono tra la mura domestiche e portano il nome di figli, fratelli, nipoti, A.d.S. . A lanciare l'allarme è il presidente dell'Israa, Fausto Favaro.
Dopo aver letto di tante operazioni disoneste nei confronti della terza età, ripetute nel tempo e giunte ormai a livelli preoccupanti, cita i tanti casi registrati anche nelle case di riposo cittadine. «Vi sono stati episodi così gravi che abbiamo dovuto intervenire per tutelare i nostri ospiti» spiega il direttore dell'Istituto, che accoglie attualmente 850 persone. Senza entrare nel delicato ambito della demenza senile (questione ancor più complessa perché viene messa in discussione la capacità di intendere e di volere), sarebbero molti gli anziani raggirati dai familiari che gestiscono in maniera perlomeno allegra i conti dei propri congiunti.
Un caso emblematico riguarda un uomo che faceva cattivo uso della delega ottenuta dall'anziano zio affinché gestisse il conto bancario e i beni immobili. «È stato lo stesso ospite a chiederci aiuto perché insospettito dai conti che non tornavano» racconta Favaro. In pratica si è scoperto che il nipote pagava regolarmente la rata dell'assicurazione sulla vita dello zio, ma di cui era unico beneficiario, dopo avergli in qualche modo "estorto" l'autorizzazione a eseguire la stipula. Inoltre stava dilapidandone il patrimonio con prelievi continui che avevano fatto sprofondare il conto corrente dell’anziano. L'Ufficio Economato è intervenuto e ha supportato la vittima del raggiro nei controlli; alla fine al nipote sono state revocate tutte le deleghe. Giusto in tempo per salvare una parte del gruzzolo accumulato in anni di lavoro e sacrifici.
Secondo caso: una nipote, stanca dei continui litigi che i suoi congiunti facevano in merito alla gestione del denaro del nonno, non sapendo più a chi rivolgersi ha fatto appello alla dirigenza dell'Israa. In sostanza i familiari usavano il denaro proveniente dall'affitto di due appartamenti lasciando l'anziano senza neppure i soldi per prendersi un caffè. E la pensione serviva a coprire la retta. La nipote ha deciso dunque di alienare gli immobili all'Israa in cambio di un vitalizio che consenta al nonno di aver già pagata la retta a vita, mentre i soldi della pensione potrà utilizzarli come desidera: per un vestito nuovo invece che per otto giorni di vacanza al mare, dato che è ancora autosufficiente.
«Purtroppo non sempre riusciamo a intervenire in tempo» aggiunge Favaro che cita come esempio il caso di un figlio che ha dissolto il patrimonio dell'anziano genitore al punto che l'istituto si è trovato con conti in rosso per decine di rette non pagate.
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