La incidenza e la prevalenza del maltrattamento agli anziani nelle istituzioni sono ancora meno chiare. Pochi dati sono disponibili e gli studi sono difficili da eseguire anche per la ovvia reticenza dei gestori delle case di riposo. Nell'unico studio rigoroso in case di riposo un campione a caso di impiegati di 31 case di riposo nel New Hampshire (577 infermieri e assistenti) sono stati intervistati (8). Il 36% degli intervistati avevano assistito all'abuso fisico e l'81% avevano assistito ad abusi psicologici nell'anno precedente.
L’ abuso nei confronti della persona anziana è un problema diffuso ma sottostimato e poco conosciuto dalla società. L'entità di tale problema non è del tutto nota in Italia, per la ommissione di denunce. È chiaro che il sequestro, il maltrattamento, la violenza, la contenzione, l’assunzione obbligatoria di farmaci, può concretizzarsi non solo con una condotta attiva, ma anche con una condotta omissiva, per cui la mancata rilevazione di casi, il silenzio e la mancata denuncia rendono tanto il medico quanto la società colpevoli.
Attualmente in Italia è presente la legislazione a difesa dell'anziano, per cui tale reato rientra nei delitti contro la persona. Tuttavia tale reato è perseguibile con la reclusione da 6 a 20 anni per cui, in attesa della formulazione di leggi appropriate per tale materia, sussistono misure detentive valide (20).
Qualsiasi forma di violenza determina confusione e destabilizzazione della personalità di chi riceve l'abuso producendo con il tempo l'insorgenza di disturbi patologici, per questo è necessario in primo luogo prendere coscienza dell'esistenza del problema e renderlo noto all’opinione pubblica, la riabilitazione e l'assistenza legale dell'anziano oggetto dell'abuso; in secondo luogo adoperarsi per denunciare gli abusi degli Istituti.
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