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sabato 3 novembre 2012

Trace letare arte: ATLANTIDE CARPANEA

Trace letare arte: ATLANTIDE CARPANEA: Announcing: Special new features for businesses -- free trial. CLICCA SOTTO SU "Show all pages" in fondo alla pagina, PER VEDERE LE PAGIN...

mercoledì 2 maggio 2012

AGENZIE ISOLE SPARSE VENEXIA: Spigolon Sindaco a Cerea

AGENZIE ISOLE SPARSE VENEXIA: Spigolon Sindaco a Cerea: MATTEO SPIGOLON Candidato SINDACO a Cerea ASPARETTO CHERUBINE ASELOGNA PALESELLA SAN VITO FRESCA' ISOLELLA SANTA TERESA IN VALLE  ' C on...

mercoledì 25 aprile 2012

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El Bocolo

by oliaiklod
El Bocoło ea xe na tradixion tipicamente venexiana, che ła se xe drio zercar de recuperar, che a consisteria en el portarghe un bocoło de rosa ała morosa, ała mujer, o anca ała propia amante, al dì de San Marco protetor dei veneti, che el casca al vintisinque de april de tuti j ani. Drio sta usansa ghe xe na legenda de na zovine de nome Vulcana che a viveva ai tenpi de Carlo Magno.
C'est du dialecte vénitien, pour parler d'une tradition typiquement vénitienne !
Chaque année, à Venise, le 25 avril (jour de San Marco, saint patron de la ville) chaque homme ou jeune homme offre une rose rouge à sa fiancée (ou à celle qui pourrait le devenir), ou à sa maman, ou à son épouse. Une rose rouge, une seule : le "bocolo". C'est aussi une manière de célébrer ce que Napoléon avait interdit : la fête la plus chère dans le cœur des vénitiens.
A l'époque de la République de Venise, une procession était organisée, depuis la piazza San Marco. A cette procession participaient toutes les autorités influentes, qu'elles soient civiles ou religieuses. Cette fête fut interdite par Bonaparte après la chute de la république, mais resta dans le cœur des vénitiens, comme un symbole de résistance. Offrir une rose rouge le 25 avril devint donc, à cette époque, un signe de lutte contre l'impérialisme.
Cette coutume du bocolo trouve sa genèse dans une légende : une jeune fille blonde nommée Maria Partecipazio, fille d'un doge, aimait tendrement Tancredi, un troubadour très courageux et très beau. Le doge s'opposait, cependant au sentiment entre deux jeunes gens, il ne permettrait pas un tel mariage. Marie, par conséquent, demandé à Tancrède d'aller à la guerre contre les Arabes en Espagne avec l'armée de Charlemagne pour se couvrir de gloire. Ainsi, son père, le vieux doge, n'aurait plus le moyen de s'opposer à leur amour. Tancrède parti donc aux côtés de l'armée de Charlemagne et la renommée de ses exploits glorieux se propagea rapidement à travers le monde. Un jour, cependant, virent à Venise, quelques chevaliers Francs mené par le célèbre Orlando (Roland le paladin). Ils demandèrent à voir Maria et ils lui ont annoncé la mort du galant troubadour. Il est tombé sanglant sur un rosier, mais avant de mourir, il en prit une fleur et pria Orlando de la porter à sa bien-aimée. La jeune fille prit la rose teinte de son sang et resta enfermée dans sa douleur et le souvenir de Tancrède. Le lendemain, jour de la fête de Saint-Marc, la jeune fille a été retrouvée morte, la fleur sanglante sur le cœur. Depuis ce temps, le bouton de rose, symbole de l'amour qui est sur le point de s'ouvrir à la vie et lau soleil, est offert aux femmes le jour de Saint-Marc.
Bibliographie :
  • Lina Urban Padoan, La festa di San Marco: le leggende e l'offerta del "bocolo", Venezia: Centro internazionale della grafica, 1988.
  • Applausi festiui al glorioso san Marco euangelista da recitarsi in musica nell' hospitale de Mendicanti, il giorno della sua festa consecrati al ser.mo prencipe & all' eccell.mo Collegio Veneto da Fratelli dell'Esercitio Apostolico, Venetia: appresso Andrea Poletti, 1681.
  • Stefano Santorini, Il Tempio della gloria. Festa solenne del giovedi grasso fatta da Steffano Santorini nella Piazza Ducal di San Marco l'anno 1698. Alla presenza del sereniss. principe Silvestro Valerio degnissimo Doge di Venetia et della Serenissima Signoria consacrata a sua serenità medesima, Venetia: appresso Gio. Maria Rossi, 1698.
  • Francesco Basaldella, La festa del bocolo di San Marco nella leggenda e nella poesia, Venezia, 2001.
Voir également :

sabato 18 febbraio 2012

Isole Sparse Spare



Percorsi rote de acoa sacra nel bosco sacro nele isole sacre.

Percorsi antichi rotte navali e barcare: lama d’ acqua isole Sparse “meszoacua” : Manto ,  Lago Grande,  Sete Mari , Mena’ go, Este, Isola CIOSZA, Isole Adria, Mestre, Altin e Aquilea Ravenna,  Isole Spina.


Già Plinio il vecchio  ci avverte della pratica navigazione endolitoranea che univa il Lago (attuali Valli Grandi) , alvei naturali ed opere umane ancora prima del 77 a.C., dalle acque Adriane verso Concordia e Altino.

VENITI GRANDI E TEMUTI NAVIGATORI

ANCHE L’AVVOCATO BREGANZE DI VICENZA DA’ RAGIONE ALLA REPUBLICA ( ISOLE SPAMPINE’ ) VENEXIA


GIACOMO BREGANZE 1773 – 1835


Sulla libertà dei mari: considerazioni
Di Giacomo Breganze, N. DA GOOGLE
NOTE DI RENATO DE PAOLI

COMMISSARIO STRAORDINARIO DI POLIZIA
DIPARTIMENTO ADIGE MINCIO

1802 – 3  1814 – 15


“NELL’APRILE 1797 LE PROVINCIE VENETE FURONO MUNICIPALIZZATE SOTTO LA REPUBBLICANA INFLUENZA FRANCESE. L’ORGANIZZAZIONE ERA PROVVISORIA , MA OGNI MUNICIPI D’UNA PROVINCIA ERA GOVERNO, IL QUALE NON SOLO AMMINISTRATIVA, MA FACEVA LEGGI PER LA SUA PROVINCIA. IN ETA’ DI 23 ANNI (INVERO INESPERTO GIOVANE) IO FUI CREDUTO DI SEDERE NELLA MUNICIPALITA’ DI VICENZA. DOVE PER SOMMA VENTURA DEL MIO PAESE PRESE STANZA LA DIVISIONE DEL GENERALE JOUBERT. FU POI VENTURA MIA CHE QUESTO GENERALE NON PER TUTTI DI FACILE ACCESSO MI PRENDESSE IN SOMMA AFFEZIONE CHE NON TERMINO’ CHE COLLA VITA DI LUI. DE’ DUE GENERALI DI BRIGATA CHE PUR DIMOSTRAVANO IN QUELLA CITTA’ DIVENNI INTIMISSIMO, DI MONNIER, (CHE CELEBRE POI SI RESE PEL SOSTENUTO ASSEDIO DI ANCONA)..

MI FU DATA LA PRESIDENZA DEL COMITATO MILITARE.
“PER IL TRATTATO DI CAMPOFORMIO ERA LIBERO AD OGNI VENETO PER LA DISSOLUZIONE DELLA PIU’ ANTICA DELLE REPUBBLICHE IL SCEGLIERE DOMICILI IN QUELLE CHE SI AGGREGAVANO ALLA REPUBBLICA CISALPINA ALLORA PROCLAMATA. IO SCELSI QUEST’ULTIMO PARTITO , E MI RECAI A MILANO. “ERA MILANO ALLORA IL FOCOLAIO DI MILLE INTRICHI IN CUI PRENDEAN PARTE MENO ANCORA I NAZIONALI CHE I NUMEROSI RIFFUGGITI PIEMONTESI, VENETI, TOSCANI, ROMANI, NAPOLETANI, TUTTI PREDICATORI DI PATRIOTTISMO , MOLTO BISOGNOSI DI SUSSISTENZA. ..(..) , IO FECI RELAZIONE CON QUETI ESTERI E COI NAZIONALI, PER CONOSCERE I RAPPORTI DELLE LORO PERSONE COLLE VICENDE POLITICHE;…(SI VASTA COMPAGNIA MI RESTRINSI A TEMPERATO NUMERO DI INDIVIDUI PREGEVOLI PEI LORO PRINCIPI , PEI LORO TALENTI, PER IL RETTO SOCIALE ANDAMENTO.-
DAL PRIMO GENNAIO 1798 ALL’APRILE 1799, BREVE STADIO PERCORSO DALLA PRIMA REPUBBLICA CISALPINA UNITA, MA FECONDISSIMO D’AVVENTURE , E DI CIVICI RIVOLGIMENTI ANCHE PER L’ARBITRIO E PER LA PREPOTENZA DEI FRANCESI PROCONSOLI, IO NON EBBI SOLO AD OCUPARMI DI STORICHE INDAGINI. RIAVVIAI RELAZIONE COL GENERALE BRUNE GIA’ CONOSCIUTO A PADOVA, E VENUTO POSCIA JOUBERT AL COMANDO DELLE ARMI DESTINATE A PROTEGGERE LA NASCENTE REPUBBLICA (CISALPINA N.D.R), IO VISSI CON LUI E PER LUI , SINCHE’ L’IMPOSSIBILITA’ DI FARE IL BENE LO CONSIGLIO’ AD ABBANDONARE QUELL’INCARICO. EGLI MI REGALO’ L’AFFEZIONE DI SUCHET, ALLORA CAPO DELLO STATO MAGGIORE, E M’ACQUISTAI DA ME STESSO QUELLA ANCOR PIU’ DOLCE E PIU’ CARA DELL’EGREGIO E COLTISSIMO ST. CY NUGUES, ALLORA DI SUCHET SEGRETARIO , E PIU’ TARDI GENERALE DI BRIGATA E SUO CAPO DI STATO MAGGIORE NELLE IMMORTALI CAMPAGNE DEL MARESCIALLO IN ISPAGNA. JOUBERT PARTENDO MI APERSE PURE UNA REALZIONE COL GENERALE MOREAU CHE IN APPRESSO FU COLTIVATA. – QUANTO AL CIVILE IO FUI ELETTO IN QUELL’EPOCA GIUDICE DIPARTIMENTALE AL BENACO , MA NON NE ASSUNSI LE FUNZIONI PERCHE’ TROPPO MI AVREBBERO TRATTO FUORI DEL GRAN TEATRO, E NON SEDETTI NEL CORPO LEGISLATIVO NEL CONSIGLIO DE GIUNIORI (IO ERA GIA’ DE SUPPLENTI).

INFINE DOPO LA FUGA DEL MINISTRO PIOLTINI MI FU CONSEGNATO IL PORTAFOGLIO DEL MINISTERO DELLA POLIZIA GENRALE , CHE TENNI FINO ALLA NOMINA DEL SIGNOR PERSEGUITI, TEMPO BREVISSIMO , MA MOLTO AMPIO PER CHI AMANDO DI SAPERE LE COSE AVEVA UN GRAN QUADRO DINANZI A SE’, E L’ABITUDINE DI RETTAMENTE OSSERVARE.
DOPO L’APILE 1799, AVENDO SEGUITO LA SORTE DELLE ARMI FRANCESI (..) MI TRASSERO A VIVER CON ESSI..(…) ..
“USCITO IN SEGUITO DAL BLOCCO DI GENOVA , LA BATTAGLIA DI MARENGO MI RIPOSE A MILANO. SI CREDETTE CHE NELLE FUNZIONI DELLA POLIZIA GENERALE IO POTESSI ESSERE UTILE ALLO STATO, ED ESSE MI FURONO AFFIDATE QUANDO COL TITOLO DI VISISTATORE, E QUANDO CON QUELLO DI COMMISSARIO STRAORDINARIO. RIPIGLIATE LE OSTILITA’, IL GOVERNO TROVO’ OPPORTUNO DI DARMI SEGGIO IN UNA DEPUTAZIONE PERMANENTE CHE PER LUI STAVA PRESSO IL GENERALE BRUNE, OVE IO ERA PUR LEGATO IN AMICIZIA COL SIGNOR VERN DI LUI SEGRETARIO PRIVATO; MA PUBBLICATA LA PACE DI LUNEVILLE, E POCO DOPO TRASFORMATA LA REDIVIVA CISALPINA IN REPUBLICA ITALIANA, IO DALLA POLIZIA GENERALE A CUI M’ERA RICONDOTTO, FUI PER POCHI MESI TRASPORTATO A FUNZIONI AMMINISTRATIVE, E QUINDI AL RISORGERE DI NOVELLI BISOGNI, DONATO NOVELLAMENTE ALLA PARTITA POLITICA COL TITOLO DI COMMISSARIO STRAORDINARIO DI POLIZIA PRIMA DEL BASSO PO, INDI AL PANARO, IN ULTIMO AL MELLA. IO ERA IN TAL CARICA NELL’ANNO 1805, ALLORCHE’ NAPOLEONE CINSE IL SUO CAPO DELLA CORONA DI FERRO, E DICHIARAI CHE NON AVREI PIU’ SERVITO IN QUELLA PARTITA: MA RINATA NUOVA GUERRA, E MASSENA GENERALE IN CAPO , AVENDOMI RICHIESTO AL QUARTIER GENERALE COME CIVIL MAGISTRATO , ACCETTAI CHE IL GOVERNO MI NOMINASSE STRAORDINARIO DI POLIZIA GENERALE NEI DIPARTIMENTI D’ADIGE E MINCIO, IN IMMEDIATO CONTATTO CON LUI, MA CON PROTOCOLLATO IMPEGNO CHE SI ACCETTEREBBE ANCHE LA MIA RINUNZIA ALLORCHE’ IO MANIFESTASSI CHE RENDEVASI INUTILE L’OPERA MIA.

CIO’ ACCADDE NEL TERZO MESE (…)
… NEL MAGGIO 1806 : APERSI STUDIO DI AVVOCATO IN MILANO, APPLICANDOMI QUASI ESCLUSIVAMENTE ALLE CAUSE DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE , LE QUALI AGITAVASI IN SECONDA SEDE DINANZI AI MINISTERI, ED IN ULTIMO CONFLITTO AL CONSIGLIO DI STATO. (REPUBLICA D’ITALIA VASSALLA FRANCESE N.D.R) …..(…)
FUI NOMINATO GIUDICE ALLA CORTE D’APPELLO NEI DIPARTIMENTI CHE NEL 1808 VENERO TOLTI AL SOVRANO DI ROMA (IL PAPA N.D.R.) ED AL REGNO D’ITALIA AGGRGATI, E NON NIGHERO’ CHE IO CHE SAPEVA TUTTO, FUI COLPITO IMPROVVISAMENTE DA TALE NOVITA! GIUSTIFICAR POTREBBE PER ALTRO UNA TALE IGNORANZA IL PROFONDO ED INSOLITO SECRETO CON CUI FU CONDOTTO LO SVILUPPO D’UN TALE INTRICO: TUTTO SI FECE NEL GABINETTO.”SI PUO’ AGEVOLMENTE CIO’ CHE TUTTI SEPPER NEL TEMPO A MILANO, CIOE’ CH’IO RIMANDAI LA LETTERA ALLORCHE’ MI VENNE RECATA, MA SPETTA ALLA MIA STORIA PARTICOLARE IL RIFERIRSI COME, E PERCHE’ COSTRETTO OBBEDII. ALL’INTERSSE DI QUESTO (1 NOTA DI GIACOMO BREGANZE) CONTO RESO APPARTIENE SOLO IL CONOSCERSI CHE GIUDICE D’APPELLO IN ANCONA SINO ALLA FINE DEL 1811, E TRASLOCATO ALLA CORTE D’APPELLO IN BRESCIA IN PRINCIPIO DEL 1812 OVE MI TROVAI ALLA CADUTA DEL REGNO IO NON HO CESSATO PER LA MOLTITUDINE DEL REGNO, E FUORI DEL CENTRO , ALCUNE PUR ANCO D’INDOLE MISTICA, D’ESSERE AL GIORNO DI QUANTO D’IMPORTANTE ACCADEVA. LA POLIZIA DEL GABINETTO NE ERA ANCHE GELOSA, MA INUTILMENTE; NON V’ERA QUASI FRA SUOI ESPLORATORI E STIPENDIATI , CH ALTRE VOLTE NON AVESSE SERVITO ME, E NON SI CREDESSE TENUTO A SERVIRMI ANCORA TUTTE LE VOLTE CH’IO LO ESIGESSI: NE’ LA VIOLAZIONE DEL SEGRETO POSTALE LE PORGEVA MEZZOD’INTEROMPERE LE MIE COMUNICAZIONI, PERCHE’ NELLA MIA GRAN VALIGIA NON ENTRAVAN ALTRE MIE LETTERE SE NON QUELLE CHE NON ERAN ALTRIMENTI RACCOMANDATE.- FU MERO AZARDO CHE SULLA FINE DEL 1813 IO AVESSI AVVICINARMI AL PRINCIPE EUGENIO. – IN VISTA DI ALCUNI ERRORI CH’ERANO STATI COMMESSI NEL PRESERVARE L’ALTO BRESCIANO DALLE INCURSIONI DELLE BANDE NEMICHE SCENDENTI DAL TIROLO, UN ALTO FUNZONARIO SI AVVISO’ DI MOSTRARGLI UNA MIA LETTERA DI QUELLE CHE APPUNTO VIAGGIAVANO NELLA VALIGIA POSTALE DOV’ERANO NOTATI. …(..)..
FRA IL PRINCIPE EUGENIO (BUARNAIS ?N.D.R.) E ME, L’INTIMITA’ NACQUE ALLORA DI SUBITO , E DI SUBITO ANDO’ COSI’ INNANZI, CH’EI NON SOLO NON MI TENNE IGNOTI I SUOI PENSAMENTI COME VICE RE, E COME GENERALE , MA NEPPURE QUELLI CHE SI RIFERIVANO ALLE COMBINAZIONI PERSONALI; FU DIPENDENTEMENTE DA RAI CONFIDENZE CH’IO ASSUNSI DEL GENNAIO 1814 (1 NOTA DI GIACOMO BREGANZE) UNA MISSIONE DI CUI SARA’ FATTO CENNO NEI SUPPLEMENTI (2) NOTA DEI GIACOMO BREGANZE)

Vvvvvvvvvvvvvvvvv
TRE CITTA’ D’ITALIA PISA, GENOVA, VENEZIA , (EFFIMERO TROPPO FU LO SPLENDORE DI D’AMALFI) SI SOTTRASSERO AL SOMMO IMPERO , LE DUE PRIME DE’ RE GERMANICI, L’ULTIMA DEI SOVRANI DI BISANZIO: QUELLE AVEAN PICCIOLO TERRITORIO , NIUN QUESTA , E TUTTE CERCARONO NEL COMMERCIO LA PROPRIA PROSPERITA’. IL MARE ADRIATICO, IL TIRRENO, IL LIGUSTRICO, FURONO BEN PRESTO PIENEI DI NAVIGLI, E SERVENDO LE CROCIATE A DISCOPRIRE NOVELLI RAMI DI UTILE CONTRATTAZIONE, FURONO VISITATE A VICENDA LE COSTE E PORTI DELLA SPAGNA, DELL’AFRICA , DELLA SIRIA, DELL’ASIA MINORE, DELLA TAURICA CHERSONESO. FINCHE’ FU VIVO ANZI IL FUOCO ACCESO NELL’OCCIDENTE DELLA ROZZA ELOQUENZA DI PIETRO EREMITA E DAI PII CLAMORI FANATICI DI SAN BERNARDO, NON LICE DI DUBITARE , CHE NE’TRE SUACCENNATI POPOLI IL SUBBIETTO DEL COMMERCIO NON FOSSE CHE SECONDARIO , RESTANDO IN ATTITUDINE DI PRINCIPALE QUEL DEL NOLEGGIO ONDE TRAGHETTARE TANTE ORDE RINASCENTI DI CROCE-SEGNATI. GRAND’ERA LA SMANIA DI ARRICCHIRE IN QUESTI TRE NUOVI POPOLI , E POVERO E SCARSO IN PARAGONE ERA IL CAMPO IN CUI MIETERE. NON POTEVASI DA UNO ATTIVARE UN PROGETTO DI LUCRO SENZA CHE L’ALTRO NON ASPIRASSE A DIVIDERLO. I PISANI FURONO ANIENTATI DAI GENOVESI , I VENEZIANI DOVETTERO LA LOR SALUTE ALLE DISCORDIE DI GENOVA ( – CORSI N.D.R) NON MENO CHE ALLA LORO SAGGEZZA. VENEZIA PRESE UNA PREPONDERANZA , CHE PIU’ NON PERDETTE SINO A TANTO CHE VASCO DE GAMA NON EBBE OLTREPASSATO IL CAPO DI BUONA SPERANZA. VENEZIA PROVVEDEVA DA SOLA ALLA PENISOLA ITALICA, LA GERMANIA , LA FRANCIA , L’INGHILTERRA, LA SPAGNA ED I REGNI ANCOR POCO NOTI DEL NORD, DELLE MERCI D’EGITTO, DELLA SIRIA, DELL’ARABIA, DELLA PERSIA, DELL’INDOSTAN…(..)
I VENEZIANI AVEAN SEGUITO LO STESSO PIANO DE’ CARTAGINESI , E POCO CURARONSI DA BEL PRINCIPIO DI CONQUISTE MEDITERRANEE (OCEANO INTERNO “TRABONE” N.D.R.) .
VENEZIA FATTA ALLENAZA CON I LITORALI, RADE, SCALE (SCALI) E I PORTI ISTRI E DELLA DALMAZIA (I SYA= STRIA – CI VEGNEA DRENTO L’OCEANO ADRIATICO E I SETE MARI VEDEA LE STRIE N.D.R.).
CON CUI TRATTAVA UNA INFINITA’ DI LEGNAME, DA COSTRUZIONE, OTTIMI MARINAI , E RIFUGIO DI PORTI E RADE ECCELLENTI. DI LA SI SPENSE ALLE COSTE DELLA GRECIA E DELL’ASIA MINORE; LE ISOLE JONICHE, QUELLE DELL’ARCIPELAGO , L’EUBEA, IL PELOPONNESO, CANDIA, CIPRO, RICONOBBERO LE SUE LEGGI; LA SUA FORZA ACCRESCIUTA DIVENNE APPOGGIO AL COMMERCIO CONSOLIDAVA LA SUA FORZA. ELLA NON AVEA D’UOPO DI POSSEDIMENTI NE’ REGNI OCCIDENTALIA , PERCHE’ TUTTO L’OCCIDENTE APRIVA LIBERAMENTE I SUOI PORTI ALLE SOLE NAVI, CHE GLI RECAVANO LE MERCI STRANIERE: ELLA NON NE AVEVA D’UOPO IN EGITTO E NELLA SIRIA, PERCHE’ I MAMELUCCHI , CHE SE NE RESE PADRONI , SEPPERO PERSUADERSI DI NON ACORDARE , CHE SE NON SOLO VENEZIANI L’ACQUISTO DELLE PRODUZIONI D’ARABIA E DELL’INDO, CHE TRAGHETTAVANO IL MAR ROSSO, E QUINDI PER VARI SENTIERI METTEAN FOCI IN ALESSANDRIA, IN ALEPPO ED IN ALTRI EMPORI. MA VENEZIA VOLLE DIVENIR POTENZA CONTINETALE: AVEVA DENARO ED EBBE SOLDATI: LE PROVINCIE VICINE DELLA MARCA TREVIGIANA DURONO LE PRIME AD ALLEARSI A VENEZIA. DI FATTI NON CO’ SOLI SUOI MEZZI (MA ANCHE CON L’ALLEANZA DI TUTTE LE ALTRE ISOLE ENDOLAGUNA) ELLA FRENO’ LE CONQUISTE DI MASTINO III SCALA (BASTARDO NON RICONOSCIUTO DALLE ISOLE ) (CHE VENGEN SCONFITTO A CASTAGNARO DA ACUTO ALLA FINE DEL SECOLO XIV. N.D.R) , MA SI VALSE DE VISCONTI DI MILANO E DE ROSSI DI PARMA: NON CO’SOLI SUOI MEZZI STERMINO GLI STESSI SCALIGERI, MA SUSCITO’ CONTRO DI ESSI L’AMBIZIONE DEI CARRARESI DI PADOVA, CHE PRETESERO POI DI PUNIRE; (…)..
VENEZIA ACQUISTAVA NELLE TERRA FERMA’ (ISOLE SPAMPINE’) SEMPRE QUALCHE NUOVA PROVINCIA (ISOLA), MA LE SUE GUERRE SEMPRE ALTRESI’ FRAMMISCHIATE DI TREGUE, DI TRATTATI, DI PROTEZIONI ACCORDATE AI DEBOLI CONTRO I POTENTI, NON ISVELAVANO IL SUO PIANO, ED APPENA LASCIARONLO SOSPETTARE AI FIORNETINI ED AI PAPI. (…)
….“LA RICCHEZZA DI UNA NAZIONE STABILISCE LA SUA PREPONDERANZA NEL SISTEMA POLITICO, E RISALENDO ALLE CAUSE DI QUESTE RICCHEZZA, LE OSSERVAZIONI ARRESTARONSI NEL COMMERCIO DE’VENEZIANI, RESO FONTE INESAURIBILE DI MEZZI, PERCHE’ DIVENUTO ESCLUSIVO.”
NEL TRATTARE IL MIO TEMA , IO DEGGIO AGGIRARMI SUL SUBBIETTO DI VENEZIA, PERCHE’ SINO ALLA SCOPERTA DELLEINDIE LA STORIA NON OFFRE ALTRI ESEMPI DI NAZIONI, CHE PER L’IMPERIO DEL MARE ABBIANO SPIEGATA INFLUENZA DECISIVA SUL DESTINO DEL CONTINENTE. ELLA NE DIE’ PROVA IN CENTO GUISE PIU’ MANIFESTA , QUANDO STRETTI IN LEGA A CAMBRAI L’IMPERATORE GERMANICO, LA SPAGNA , LA FRANCIA , IL PONTEFICE, E QUAI SATELLITI DE’ PIANETI MAGGIORI, I MOLTI PRINCIPI E SIGNORI D’ITALIA, POTE’ ELLA CONTRO TUTTI (CON L’AIUTO ISOLANO N.D.R) DIFENDERSI , RESPIGNERE LE INVASIONI , RIORGANIZZARE GLI ESERCITI DISFATTI, ED INTRODURRE LA DISCORDIA NE GABINETTI DE’ PRINCIPALI ALLEATI, OGNUN DE’ QUALI AVREBBE POTUTO RAPIRLE LA SUA TERRA – FERMA’ ( E QUI SI SBAGLIA GIACOMO BREGANZE. N.D.R.). FU L’OPULENZA CHE OPERO’ UN TAL PRODIGIO , FU IL COMMERCIO CHE TENNE VIVA TALE OPULENZA , FU L’IMPERO DEL MARE ( OCEANO INTERNO POICHE’ IL MARE ERA L’ENDOLAGUNA DEI SETTE MARI N.D.R.), CHE RESE ESCLUSIVO QUESTO COMMERCIO. (E FU LO SPIRITO VENETO N.D.R. )

LIBERTA’ DEI MARI.
DEL DIRITTO DI LIBER NAVIGAZIONE , E COMMERCIO MARITTIMO.

GLI INGLESI E GLI OLANDESI FURONO I PRIMI A CONSIDERARE CHE NON POTEA LA PROPRIA NAZIONE IN RICCHEZZA E POTENZA , SE NON CHE IL COMMERCIO ASSICURATO DAL POSSESSO DELLE REMOTE REGIONI, CHE IL DIRITTO DI SCOPERTA AVEVA CONCESSE ALLA SPAGNA . DIFATTI, L’OLANDA POSTA FRA LA FRNACIA E L’IMPERO GERMANICO NON POTEA LUSINGARSI DI FAR BRILLANTI CONQUISTE FRA TERRA ; ED I REGNI BRITANNICI, OVUNQUE CIRCONDATI DAL MARE , NON AVEAN NEPPURE UNA FISICA ATTITUDINE AD INGRANDIMENTO IN EUROPA. QUESTE DUE POTENZE NON POTEVANO OTTENR CONSIDERAZIONE CHE TENENDO LE ALTRE AGITATE, SIGNOREGGIANDONE GL’INTERESSI, ASSOLDANDONE I DISSAPORI E CREANDO L’OPINIONE CHE TUTTO POTEA FARSI OV’ESSE INCLINAVANO. ..(..)
ALL0RCHE’ LA DISPUTA SUCCEDE TRA IL FORTE E IL DEBOLE, QUESTO RICORREE AI PRINCIPI DI NATURA E DELLA SANA RAGIONE : NON SI MISURA CON LE ARMI SE NON QUANDO DA UNA PARTE S’AUMENTA IL VIGORE, DALL’ALTRA DIMINUISCE.
INSORSERO DAPPRIMA DAGLI SCRITTORI, CHE POSERO IN DUBBIO IL DIRITTO ESCLUSIVO DEGLI SPAGNOLI (E DELLE ISOLE VENEXIA E ALLEATE N.D.R.) INSORSERO DAPPOI DE’ PRIVATI NAVIGATORI , CHE TENTARONO UN MARE IGNOTO CERCANDO DI SFUGGIRE ALLA VIGILANZA DE SUOI TIRANNI. ..(..) L’INGHILTERRA AVEVA UNITI DEI VASCELLI A DIFESA : SCEMANDO IL TIMORE DELLA MAGGIOR FORZA NEMICA, ELLA IMPIEGOLLI AD OFFESA: LE ARDITE CORSE MARITTIME DEGLI HOWARD E DEI DRAKE LE FECER CONOSCERE, CHE NON ERA LONTANO IL GIORNO DELLA SUA GLORIA. … (…)
COMPARVE INVECE (AL POSTO DELLA TEOLOGIA N.D.R.) SUL CAMPO TEORETICO IL GIUS DI NATURA E DELLE GENTI ; E NEL PRATICO RIEBBER LA LUCE LE LEGGI RODIE , VERE OD IMPURE CHE CI SIEN PERVENUTE; LE ROMANE CHE TRIBONIANO AVEA GUASTE, MUTILATE, DISGIUNTE, ED IL CONSOLATO DEL MARE , CHE I PISANI CREARONO SECONDO L’OPINIONE PIU’ RICEVUTA DE’ CRITICI, BENCHE’ POSSA ESSER LAVORO DI MOLTI POPOLI E DI MOLTE ETA’ DAI PISANI RACCOLTO LA PRIMA VOLTA, E COSTRUTTO A FORMA DI CODICE. ( E QUI GIACOMO BREGANZE OMMETTE GRAVEMETE IL DIRITTO DE MAR VENETO. N.D.R.)

...(...) AL VENETO CARLO ZENO , PARTITANTE DI MARE , CHE CON POCHE GALEE TENEVA IL FRENO DELLA NAVIGAZIONE NEL MEDITERRANEO (NELL ‘OCEANO INTERNO N.D.R.)…(..)
NON SONO I NODI DEL SANGUE CHE CONIUGANO I SOVRANI , MA QUELLI DELL’INTERESSE. ..(…)…
IL MARE E’ SICCOME L’ARIA ; IN PROPRIETA’ CIOE’ DI NESSUNO. SE TALE E’ IL MARE , NE AVVIENE CHE QUALUNQUE NAZIONE PUO’, SENZA FAR TORTO ALL’ALTRA , NAVIGARE , PESCARE, PORTARE ALTRUI LE PROPRIE DERRATE, L’ALTRUI CONDURRE NE’ PROPRI PORTI; E SE NON FA TORTO AD UN’ALTRA, NE AVVIENE CHE QUESTA NON POSSA ALLA PRIMA VIETARE IL COMMERCIO, LA NAVIGAZIONE , LA PESCA. DUE NEMICI SI OFFENDONO IN QUALUNQUE LUOGO S’INCONTRANO: ESSI POSSONO OFFENDERSI PERTANTO SUL MARE COME SULLA TERRA: MA PERCHE’ PONNO INCONTRARSI IN UN PUNTO O NELL’ALTRO DELL’IMMENSA SUPERFICIE MARITTIMA , NON SE NE RITRAE GIA’ A CONSEGUENZA , CHE L’USO DI QUESTA SUPERFICIE SIA TOLTO AL RIMANENTE DEGLI UOMINI , E DIVENGA TERRITORIO DI LORO ESCLUSIVA GIURISDIZIONE ; O CH’ESCLUSIVA GIURISDIZIONE CI ACQUISTI COLUI DE DUE COMBATTENTI, CH’E ‘ RIESCITO AD ABBATTER L’ALTRO ….(…)..
I POPOLI DEBOLI ACCLAMARONO CON ESSI LA LIBERTA’ DEI MARI, MA I POPOLI FORTI NE SORRISERO. …(..)..

IL PRIMO PATTO DELLA TRANSAZIONE FU DA TUTTI ACCETTATO; ESSO ATTIENE ACIO’ CHE UN MARE TERRITORIALE SIA DI ESCLUSIVA PROPRIETA’ DI QUEL POPOLO CHE SIGNOREGGIA IL SUOLO, (L’ISOLA SE PARLIAMO DELL’ENDOLAGUNA VENEXIA N.D.R.) DA CUI QUESTO MARE CIRCONDISI: TALI SONO LE BAIE , I PICCIOLI GOLFI, E TALI ANCHE I GRANDI, ALLORCHE’ IL TRAMITE , PEL QUALE IL MARE S’INSINUA ENTRO TERRA (ISOLE N.D.R.) SIA TALMENTE RISTRETTO , CHE DAI DUE PUNTI OPPOSTI DELLA DISTANZA POSSA L’ANZIDETTO POPOLO AGEVOLMENTE CUSTODIRE , O PROTEGGERE , O DAR LEGGE AL TRAMITE ISTESSO. UN SECONDO PATTO PUR TROVO’ AGGRADIMENTO : QUELLO DI RIGUARDAR TERRITORIALE ED ALTA A RIDURSI IN PROPRIETA’ QUELLA ESTENSIONE DI MARE