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martedì 31 agosto 2010

Sernagiotto e gli anziani Veneti.

Sugli anziani: oggi la regione Veneto da' 400 euro alle famiglie che tengono in casa un non autosufficiente e ne diamo 1200 alle strutture residenziali (tra cui i ricoveri o case per anziani) ; serve un'operazione di capovolgimento e relativa modifica generale del sistema che parta dalla legge sulla non autosufficienza.

by renato de paoli
china su carta pergamena  40 x 30

martedì 24 agosto 2010

Business dell'illecito : anziani istituzionalizzati in case di riposo.

In Italia circa il 97% degli anziani vive in un alloggio autonomo: quelli 'istituzionalizzati' in case albergo, case di riposo, residenze protette, rappresentano il restante 3% e, di questi, il 70% è costituito da donne. Un servizio che spesso si trasforma in un business dell'illecito, visto che il singolo ricovero costa mediamente tra i 1.000 ed i 1.500 euro al mese. Il Filo d'Argento dell'Auser (un servizio di telefonia sociale con tanto di numero verde dedicato agli anziani) nel 2007 ha registrato oltre 500 telefonate relative a segnalazioni di "violenza agli anziani', tra raggiri, truffe, violenze in ambito domestico o all'esterno. "I maltrattamenti nelle case di riposo purtroppo non ci sorprendono, da tempo avevamo chiesto un controllo su queste strutture, spesso private e nelle quali non ci permettono di entrare come associazioni di volontariato", riferisce il presidente della onlus Michele Mangano. "Abbiamo chiesto spesso di entrare per fornire compagnia agli anziani ed avere anche un quadro della situazione, ma quasi mai ci è stato permesso. Non vogliamo criminalizzare le case di riposo per anziani, ma è necessaria maggiore trasparenza e visibilità: le associazioni organizzate di case di riposo - propone Mangano - devono fare protocolli di trasparenza con le associazioni di volontariato, per dare compagnia agli anziani e rendere più trasparenti i servizi prestati. A noi arrivano diverse denunce, purtroppo molti anziani non hanno nessun parente che possa andare a controllare come vengono ospitati".

disumane e umilianti modalità di gestione della casa di riposo

L'INCHIESTA. L'indagine ha preso avvio da una denuncia del dicembre 2009 ai carabinieri di Castelsardo da un'ex dipendente della residenza che era stata licenziata in settembre perché si sarebbe opposta ai metodi violenti utilizzati dalla direttrice con la quale aveva avuto frequenti diverbi. Nella sua denuncia l'assistente geriatrica aveva descritto le disumane e umilianti modalità di gestione della casa di riposo. I carabinieri hanno interrogato numerosi ex dipendenti della residenza (tutti dimessisi o licenziati per contrasti con la direttrice), nonchè familiari di anziani. La direttrice non si faceva scrupolo di ricorrere alle maniere forti con spintoni, percosse e legando al letto o alle poltrone chi si lamentava o si rifiutava, per esempio, di mangiare o effettuare il riposo pomeridiano. E' stata anche accertata dai Nas la mancanza di infermieri professionali per cui i farmaci venivano somministrati dagli operatori generici mentre anche l'alimentazione è risultata di scarsa qualità e quantità. E' in corso, inoltre, una indagine per accertare le cause della morte (il 19 aprile scorso) di un 66enne che ha soggiornato a Villa Celeste un anno.

Casa anziani per non autosufficienti senza possedere le necessarie autorizzazioni

E’ delle prime ore di stamattina l’irruzione dei carabinieri del Nas in una casa di riposo nel ternano.


Il blitz ha portato al sequestro della struttura di Stroncone, con la motivazione di aver ospitato anziani non autosufficienti senza possedere le necessarie autorizzazioni, secondo quanto riferiscono gli investigatori.

L’operazione è stata condotta dal personale del nucleo antisofisticazioni e sanità di Perugia, con il supporto dei militari della stazione di Stroncone e dall’Asl di Terni. I sequestri sono stati disposti dal sostituto procuratore della Repubblica di Terni Elisabetta Massini sulla base degli accertamenti svolti dal Nas.

La casa di riposo non è nuova a questo genere di provvedimenti. Risulta infatti che anche in passato è stata oggetto in passato di un altro controllo da parte del Nas.

I sette anziani ospiti presenti al momento del sequestro sono stati sistemati presso i propri parenti.

sequestrato la casa di riposo

(ANSA) - TORRE DEL GRECO (NAPOLI), 12 AGO - I carabinieri hanno sequestrato la casa di riposo ex Onpi. I 55 anziani ospiti sono rimasti all'interno. I militari del nucleo antisofisticazione nel corso di precedenti ispezioni hanno riscontrato, oltre ai problemi di natura strutturale, anche inadeguatezze igienico- sanitarie. Il Comune di Torre del Greco gestisce il servizio all'ex Onpi, anche se la struttura e' di proprieta' della Regione Campania, con la quale in passato ci sono stati contenziosi.

Anziani rinchiusi, legati sedati con farmaci che probabilmente nessun medico aveva mai prescritto

MAURIZIO COSTANZO SHOW - Il forum del Maurizio Costanzo Show ...Anziani legati in una casa di riposo - Cinque arresti. - Sedati con farmaci che probabilmente nessun medico aveva mai prescritto.

Anziani tenuti rinchiusi tutto il giorno e legati alle sedie

Gli anziani erano tenuti rinchiusi tutto il giorno e legati alle sedie della sala mensa  per evitare che cadessero per le precarie condizioni di salute. Oltre ai cibi scarsi sono stati trovati anche prodotti scadenti. 

La struttura era autorizzata per 30 posti, solo per autosufficienti, mentre ha ospitato fino a 45 anziani, in maggioranza non autosufficienti. I casi di maltrattamenti fanno poi riferimento ad ospiti picchiati

Sul caso dei maltrattamenti fisici e psichici il gip Francesca Del Villano Aceto, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, su richiesta del pm Rosaria Vecchi, ha definito la gestione del pensionato “Un quadro di sofferenza abituale inflitta agli ospiti"

Agli ospiti anche momenti e attività creative e, dal punto di vista sanitario mettere a disposizione esperti della riabilitazione e personale medico e infermieristico disponibili ventiquattro ore su ventiquattro?

Raffica di controlli da parte dei Nas nelle case di riposo della nostra provincia. Come ogni anno, in periodo estivo, il ministero della salute chiede ai carabinieri del nucleo antisofisticazione di verificare il corretto funzionamento delle strutture che ospitano gli anziani autosufficienti e non. Si tratta di accertamenti a 360 gradi che riguardano la qualità dell'assistenza, della pulizia e dell'igiene, della conservazione dei cibi e dei medicinali e della correttezza delle autorizzazioni amministrative. Finora sono state sei le residenze sanitarie visitate dai carabinieri del Nas di Cremona. E il risultato è davvero incoraggiante: promosse. Proprio così. I militari non hanno trovato irregolarità o violazioni delle norme tali da dover essere segnalate all'Asl o alla procura della repubblica. Qualche contestazione è stata fatta sì, ma soltanto a livello amministrativo. Tra gli obblighi primari che una casa di riposo deve rispettare c'è quello dell'assistenza. L'anziano ospite deve poter contare su uno standard adeguato e rispettoso della persona. La residenza sanitaria deve infatti garantire agli ospiti anche momenti e attività creative e, dal punto di vista sanitario mettere a disposizione esperti della Riabilitazione e personale medico e infermieristico disponibili ventiquattro ore su ventiquattro. La conservazione dei cibi e l'igiene dei locali è un'altra delle priorità per il corretto funzionamento di una casa di riposo. Da qui i controlli ai frigoriferi. Persino l'acqua minerale è stata oggetto di verifiche, per verificare che la sua conservazione sia a temperatura controllata e lontana da fonti di calore. I controlli hanno anche riguardato l'organico per accertare la giusta proporzione tra numero di ospiti e personale a loro assegnato. Accurate verifiche, inoltre, sono state fatte sui medicinali. Spesso, in altre realtà, si sono trovati farmaci scaduti da tempo. Da qui il controllo sui registri di carico e scarico, in particolare di quelli che riguardano sostanze come la morfina. Sei, abbiamo detto, sono state le case di riposo controllate, ma il lavoro dei carabinieri del Nas di Cremona non si è concluso. Altri controlli, infatti, verranno effettuati nel corso di questo mese. Controlli che spesso sono improvvisi. C'è da dire che dove è stata data qualche prescrizione, è scontata una nuova "visita". (go) 21 agosto 2010

Tante operazioni disoneste nei confronti della terza età

DA IL GAZZETTINO
di Laura Simeoni


TREVISO (24 agosto) - Anziani, attenti. I truffatori non sono solo quelli che suonano il campanello spacciandosi per operai inviati dall'Enel a leggere il contatore. Spesso i veri pericoli si nascondono tra la mura domestiche e portano il nome di figli, fratelli, nipoti, A.d.S. . A lanciare l'allarme è il presidente dell'Israa, Fausto Favaro.



Dopo aver letto di tante operazioni disoneste nei confronti della terza età, ripetute nel tempo e giunte ormai a livelli preoccupanti, cita i tanti casi registrati anche nelle case di riposo cittadine. «Vi sono stati episodi così gravi che abbiamo dovuto intervenire per tutelare i nostri ospiti» spiega il direttore dell'Istituto, che accoglie attualmente 850 persone. Senza entrare nel delicato ambito della demenza senile (questione ancor più complessa perché viene messa in discussione la capacità di intendere e di volere), sarebbero molti gli anziani raggirati dai familiari che gestiscono in maniera perlomeno allegra i conti dei propri congiunti.



Un caso emblematico riguarda un uomo che faceva cattivo uso della delega ottenuta dall'anziano zio affinché gestisse il conto bancario e i beni immobili. «È stato lo stesso ospite a chiederci aiuto perché insospettito dai conti che non tornavano» racconta Favaro. In pratica si è scoperto che il nipote pagava regolarmente la rata dell'assicurazione sulla vita dello zio, ma di cui era unico beneficiario, dopo avergli in qualche modo "estorto" l'autorizzazione a eseguire la stipula. Inoltre stava dilapidandone il patrimonio con prelievi continui che avevano fatto sprofondare il conto corrente dell’anziano. L'Ufficio Economato è intervenuto e ha supportato la vittima del raggiro nei controlli; alla fine al nipote sono state revocate tutte le deleghe. Giusto in tempo per salvare una parte del gruzzolo accumulato in anni di lavoro e sacrifici.



Secondo caso: una nipote, stanca dei continui litigi che i suoi congiunti facevano in merito alla gestione del denaro del nonno, non sapendo più a chi rivolgersi ha fatto appello alla dirigenza dell'Israa. In sostanza i familiari usavano il denaro proveniente dall'affitto di due appartamenti lasciando l'anziano senza neppure i soldi per prendersi un caffè. E la pensione serviva a coprire la retta. La nipote ha deciso dunque di alienare gli immobili all'Israa in cambio di un vitalizio che consenta al nonno di aver già pagata la retta a vita, mentre i soldi della pensione potrà utilizzarli come desidera: per un vestito nuovo invece che per otto giorni di vacanza al mare, dato che è ancora autosufficiente.



«Purtroppo non sempre riusciamo a intervenire in tempo» aggiunge Favaro che cita come esempio il caso di un figlio che ha dissolto il patrimonio dell'anziano genitore al punto che l'istituto si è trovato con conti in rosso per decine di rette non pagate.

mercoledì 18 agosto 2010

Lo stipendio dei medici (da l'espresso)

Lo stipendio  dei medici, più "l'altro"
e la trasparenza fa trasparire molto poco

La legge Brunetta avrebbe imposto di mettere on line i redditi, ma un viaggio tra varie Asl rivela che su questo fronte ben poco è stato fatto. E quel che si può sapere suscita brutti pensieri: le prestazioni straordinarie gonfiano le retribuzioni

Tu hai uno stipendio, e poi un altro. Altro è la formula con cui alcune aziende sanitarie raccontano le retribuzioni integrative dei propri medici. Altro non significa altro che il monte di ore straordinarie pagate ad alcuni per sopperire le carenze di personale, i vuoti in corsia e in laboratorio, in radiologia e in anestesia. Altro non è che un modo per illustrare quanto siano a volte iniqui i tagli, quanto spreco produca l'azzeramento di ogni ingresso negli organici della sanità. Altro non è che il fondale contro cui periscono i professionisti giovani e disoccupati, perennemente poveri. A fronte della ricchezza ulteriore di chi già gode di ottimi stipendi. La parola altro, in questo caso, conferma definitivamente che l'Italia è destinato a rimanere un Paese per vecchi. Non c'è speranza né futuro per chi sia all'inizio della carriera e non sia figlio di papà.  Porte sbarrate.

Il dottor Gaetano P. (ospedale di Vallo della Lucania) gode di uno stipendio di circa 84mila euro lordi l'anno. Decente, quindi. Ma fa anche altro. Sopperisce ai vuoti di organico presso gli altri enti ospedalieri. Divide i giorni per tre, la settimana per cinque, corre qui e corre lì. L'altro gli rende 109mila euro in più all'anno. Totale lordo ai fini Irpef: 213mila euro. Il dottor Domenico P. (ospedale di Sapri) ha uno stipendio di 100 mila euro l'anno. Ma con l'altro che gli vale 250 mila euro, raggiunge la cifra di 364 mila euro. Ottimo e super abbondante. Inarrivabile, e qui ci vuole nome e cognome, il caso
di Michele Verrioli, direttore del laboratorio di anatomia patologica dell'ospedale di Eboli: ha guadagnato 1700 euro lordi al giorno. Per i 365 giorni dell'anno scorso. Per un totale stratosferico di 657mila euro (107 mila di stipendio e 550 mila di altro). "Lavoro per dieci e non vado in ferie da tre anni", ha detto al quotidiano Terra. I sindacati hanno ribattuto: "Nemmeno se un giorno avesse 72 ore!".

Ancora troppo poco traspare dalle norme sulla trasparenza. E' un bel guaio e un sicuro dispiacere per il ministro Brunetta, autore della legge che avrebbe dovuto garantire luce invece che buio sul giro vorticoso delle retribuzioni pubbliche. I medici ospedalieri, per esempio. Quanti sono e quanto guadagnano? Vivono bene o male? Si arricchiscono o sono costretti a turni massacranti e a stipendi di fame? Il loro lavoro è rispettato o oltraggiato?

Piacerebbe saperlo. S'era convenuto  -  anzi ordinato - di mettere on line stipendi e curricula di dirigenti amministrativi e medici. Rendere pubblico tutto ciò che è al servizio del pubblico e pagato dallo Stato. Chi sei, cosa hai fatto, quanto guadagni.

Scovare i dati, nell'acqua profonda delle decine di aziende sanitarie locali, è opera non semplice. E questo breve viaggio dimostra che la nebbia è fitta e la muraglia alta, quel che viene allo scoperto è un atto di resistenza, a volte di renitenza.

Avvertenza per chi prosegue la lettura: lo stipendio medio di un medico d'ospedale si ferma spesso sulla soglia degli ottantamila euro lordi. L'età, alcune indennità di risultato lo fanno puntare verso i centomila (lordi), senza che questo tetto sia spesso toccato. E questa è la norma, la generalità delle retribuzioni. Ma tutti i sistemi complessi esibiscono anomalie di funzionamento, favoritismi, iniquità, attribuzioni di competenze superiori al giusto e al possibile. E qui l'operazione trasparenza avrebbe dovuto mitigare le sperequazioni illuminando le zone grigie, scoperchiando le amicizie riservate, i cachet ad personam.

Forse ci siamo sbagliati e abbiamo cliccato dove non avremmo dovuto, ma l'Asl di Reggio Calabria, nella sua home page, non conduce esattamente il visitatore al centro del problema. "Spiacente, nessun risultato", comunica anche l'Asl Napoli 1. Anche qui sarà colpa del cattivo puntamento del mouse. E' come una caccia al tesoro ed è indubitabile che il tesoro sia ben nascosto. Occhi di aquila ci vogliono e nervi saldi. Ad Ancona l'Asl sembra offrire i curricula ma non le retribuzioni. A Firenze anche quelli scarseggiano. In tre su parecchie decine di medici hanno depositato il corso personale degli studi e delle esperienze lavorative.

Sarà che ciascuno tiene famiglia e sarà anche che l'obbligo alla trasparenza  -  se maneggiato con eccessivo scrupolo  -  produce imbarazzi e qualche piccolo guaio. Il dirigente della sanità cilentana che raccoglie cinque piccoli ospedali della provincia di Salerno (Polla, Roccadaspide, Vallo della Lucania, Agropoli, Sapri), non propriamente il cuore dell'eccellenza italiana, ha voluto fare le cose in grande e segnalare, con implacabile determinazione, voci e sviluppi delle locali carriere.  Ne è venuto fuori un quadro fosforescente, stipendi ineguagliabili. Sono decine i medici locali che scavalcano il tornante dei centomila euro annui. A fronte di uno stipendio che si situa tra i settanta e gli ottanta mila euro, la voce "altro" per le prestazioni straordinarie rese in convenzione presso gli altri ospedali della zona, innalza in modo mostruoso i redditi. Come abbiamo visto. Con il paradosso che una sanità al collasso come quella campana sforna premi a gogò.

Ad Alessandria le punte massime toccano i 171 mila euro. Di Milano non si sa, quel che traspare è nebbia fitta. Magari un navigatore più esperto saprà scovare quel che non appare neanche a Campobasso, ma che è chiaro a Bari. Dove i redditi, senza la pignoleria del commissario della Asl Sa3, sono bene in vista e in via decrescente. Si parte dal dottor Michele B. (315 mila euro) si scende a 223 mila (la dottoressa Antonietta A.) e poi via via si cala: 200, 190, 170, 140. Non male. Il grosso della truppa è fermo ai sessantacinquemila, la retroguardia non giunge a 45mila.

Traspare poco dalla trasparenza, come detto. Ma quel po' svelato già basta e mette brutti pensieri.
(14 agosto 2010)

lunedì 16 agosto 2010

05.20.2010 fuori porto napoli pronti vira **771.avi

05.20.2010 *orza poggia flegree vesuvio 768.avi

POLITICAL PRISONERS ROSA LANZA DE PAOLI

POLITICAL PRISONERS ROSA LANZA DE PAOLI

POLITICAL PRISONERS ROSA LANZA DE PAOLI
Lanza widow Rosa De Paoli (born in Spar VNIVERSIXA 'Menago Scattered Islands in the Verona 01/23/1920) political prisoners. Writer, polemicist Cerea City Council candidate in elections in April 2007 with the list headed by Renato De Paoli, his son, Mayor candidate for the VNIVERSIXA 'Scattered islands menage. In fact a prisoner, tied daily dispossessed (by a group of people in combination) of the right and opportunity to be cared for at home by his son and / or the caregiver who had from 2003 to March 2009, stripped of all rights and all good (pension and property-voting).

CALL FOR RESTORATION OF RIGHTS VIOLATED THE PINK WIDOW LANZA DE PAOLI ELDERLY AND ALL OF FACT Reclus.

martedì 10 agosto 2010

Numero Verde emergenza caldo 1500

Livello 0: ATTENZIONE - Condizioni meteorologiche non a rischio per la salute della popolazione..



Livello 1: ATTENZIONE - Sono previste temperature elevate e/o un’ondata di calore entro le successive 72 ore.

Livello 2: ALLARME - Sono previste temperature elevate e/o un’ondata di calore della durata di almeno 48 ore nelle successive 72 ore.

Livello 3: EMERGENZA - Le condizioni meteo di rischio sono previste per una durata di tre giorni o più consecutivi. il Ministero della Salute può chiedere alle amministrazioni comunali di trasmettere alle Aziende sanitarie locali, senza ritardo, gli elenchi di tutte le persone di età pari o superiore ad anni sessantacinque, iscritte nelle anagrafi della popolazione residente.

Le Aziende sanitarie locali potranno così, avvalendosi di tali dati, intraprendere in collaborazione con il Servizio Protezione Civile tutte le iniziative utili a prevenire e a monitorare danni gravi e irreversibili causati dall'elevata temperatura.





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Numero Verde emergenza caldo 1500







Un numero verde per fronteggiare l'emergenza: il 1500. I cittadini potranno chiamare per parlare con gli operatori, fra cui medici, e avere informazioni sul comportamento da adottare e conoscere i numeri specifici per ogni Regione da contattare in caso di bisogno.







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I rischi per la salute

Il caldo causa problemi alla salute nel momento in cui altera il sistema di regolazione della temperatura corporea. Normalmente il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni ambientali questo meccanismo non è sufficiente.

Se, ad esempio, il tasso di umidità è molto alto, il sudore evapora lentamente e quindi il corpo non si raffredda in maniera efficiente e la temperatura corporea può aumentare fino a valori così elevati da danneggiare organi vitali.

La capacità di termoregolazione di una persona è condizionata da fattori come l'età, le condizioni di salute, l'assunzione di farmaci (per esempio diuretici, lassativi che possono favorire l’eliminazione di liquidi, o che possono compromettere la termoregolazione fisiologica o aumentare la produzione di calore.).







I soggetti a rischio



Le persone anziane o non autosufficienti, i malati cronici (cardiopatici, diabetici etc.), le persone affette da patologie, cardiovascolari e respiratorie, da disagi mentali, da dipendenza da alcool e droghe e gli ipertesi.



Le persone che assumono regolarmente farmaci



I neonati e i bambini piccoli fino a 4 anni.



Chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all'aria aperta



I consigli per difendersi dal caldo







Esposizione - Durante i giorni in cui è previsto un rischio elevato, livello 2 o 3, e per le successive 24 o 36 ore, si consiglia di non uscire nelle ore più calde, dalle 12 alle 18, soprattutto ad anziani, bambini molto piccoli, persone non autosufficienti o convalescenti.



In casa - Per proteggersi dal calore del sole utilizzare tende o persiane e mantenere il climatizzatore a 25-27 gradi con deumidificatore. In mancanza di un condizionatore, fare più docce con acqua fresca per abbassare la temperatura corporea, o recarsi in ambienti climatizzati (bar, supermercati, centri commerciali, ecc). Se si usa un ventilatore non indirizzarlo direttamente sul proprio corpo. Se la temperatura dell’ambiente è superiore a 32° C i ventilatori sono più dannosi che utili.







Alimentazione - È importante bere (almeno 2 litri al giorno) senza aspettare di avere sete (sopratutto negli anziani dove lo stimolo della sete é attenuato) evitando bevande troppo fredde, gassate, troppo zuccherate o alcoliche e caffeina (caffé, tè nero, coca-cola). I sintomi principali della disidratazione sono: sete, debolezza, vertigini, palpitazioni, ansia, pelle e mucose asciutte, crampi muscolari, abbassamento della pressione arteriosa.



Si raccomanda di mangiare molta frutta e consumare pasti leggeri, preferire la pasta e il pesce alla carne, evitando i cibi elaborati e piccanti.



Fare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti deperibili (latticini, carni, dolci con creme, gelati, ecc.), in quanto le temperature ambientali elevate favoriscono la contaminazione degli alimenti che può determinare patologie gastroenteriche anche gravi.







Abbigliamento – All'aperto, si consiglia di indossare abiti non attillati e di colore chiaro, evitando le fibre sintetiche con cappelli leggeri. Se si ha una persona in casa malata, fare attenzione che non sia troppo coperta.

martedì 3 agosto 2010

DOMICILIARITA' ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN VENETO

Agenzia SIR
È entrata in vigore l'attesa legge che crea un fondo di assistenza e protezione sociale e socio-sanitaria alle persone non autosufficienti del Veneto, garantendo così anche un aiuto alle famiglie che hanno in carico persone che necessitano di attenzione continua. La legge regionale n. 30 del 2009 istituisce infatti e disciplina il "Fondo regionale per la non autosufficienza", già previsto dalla Finanziaria veneta del 2008, che per il 2009 era dotato di 680 milioni di euro. La legge 30 impegna la Regione a garantire i servizi assistenziali alle persone non autosufficienti. Attraverso un iter che prevede la valutazione delle domande dall'Unità valutativa multidisciplinare distrettuale delle Ulss (Uvmd) e il conseguente inserimento in graduatorie, viene garantita la libera scelta nelle prestazioni sociali e sociosanitarie "non sostitutive di quelle sanitarie". A carico del Fondo sono compresi servizi di assistenza domiciliare integrata, fruizione di centri diurni o strutture residenziali, prestazioni socio-sanitarie e socio-assistenziali. Possono essere coperti anche interventi di telesoccorso e contributi e oneri previdenziali per i soggetti che assistono, nel caso della domiciliarietà anche tramite assegni di cura. Le indennità erogate dal Fondo sono integrative rispetto ad altre provvidenze e assegni statali come l'indennità di invalidità civile e le pensioni sociali Inps.




120 mila non autosufficienti. La nuova normativa interviene su ogni tipo di non autosufficienza, sia di persone anziane sia disabili. La stessa legge definisce infatti come non autosufficienti "le persone che, solo con l'aiuto determinante di altri, possono provvedere alla cura della propria persona e possono mantenere una normale vita di relazione e le persone con disabilità che necessitano di interventi socio-riabilitativi e assistenziali in modo continuativo". Si calcola che in Veneto le persone non autosufficienti siano 120 mila e che aumentino di circa l'8% l'anno, soprattutto a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Oltre un terzo sono in carico alla Regione, metà in istituti di ricovero (la Regione sostiene metà delle rette), gli altri assistiti a domicilio con contributi per assistenti e familiari. Il Fondo sarà alimentato da stanziamenti della Regione, da assegnazioni dello Stato, da donazioni e lasciti privati, dai contributi delle amministrazioni locali e da una quota del gettito regionale Irpef.



Ottima legge. "Considero la legge 30 un'ottima legge, che permette alla Regione Veneto di essere sempre avanti nelle politiche sociali per quanto concerne la valorizzazione delle persone e delle famiglie in stato di bisogno", afferma Giovanni Sallemi, direttore del Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti Villa Bianca di Tarzo (Treviso)."La Legge 30 - continua Sallemi - tuttavia espone per il momento principi e regole generali che devono trovare attuazione nella pratica, e in particolare nell'impegno delle Aziende socio sanitarie locali a cui è demandato il compito di procedere e formulare dei propri piani d'intervento". L'auspicio di Sallemi è che si prosegua verso un sistema dei servizi che determini la domiciliarità come un diritto delle persone, sostenuto dalla comunità con interventi progettuali mirati, e che il sistema si doti sempre di più di elementi di verifica dei risultati attesi. "Auspico anche un maggior coordinamento delle aziende sociosanitarie sui servizi resi dalle residenze per non autosufficienti, al fine di ricercare sinergie operative che possano consentire una diminuzione della spesa e l'elaborazione di progetti socioassistenziali condivisi. Serve anche un servizio a sostegno delle famiglie più disagiate per affrontare le rette, cosiddette 'alberghiere', che sono elevate".



Alcune lacune. Sottolinea l'importanza dell'approvazione della legge anche Maddalena Borigo, presidente di Anffas onlus Veneto, che mette però in luce la necessità di maggiore attenzione alle problematiche della disabilità. "La legge ha delle lacune, ma sono state accolte alcune osservazioni delle associazioni che si occupano di persone con disabilità, come lo stralcio della partecipazione economica alle spese da parte delle famiglie di utenti dei Ceod, inizialmente prevista". E continua: "Come associazioni, abbiamo rinunciato a proporre altri emendamenti perché la legge potesse essere approvata, auspicando che in futuro la si possa migliorare. Nel frattempo, si tratta di valutare se la dotazione economica risponderà alle attese: la legge è positiva solo se è rifinanziata regolarmente". Borigo evidenzia in proposito come vi siano ritardi nel versamento delle quote di rilevanza sanitaria e sociosanitaria, e più di un Ceod del Veneto si trova a fare i conti con gravi problemi economici a causa di servizi prestati ma non ancora rimborsati. Rimarca inoltre con soddisfazione il punto della legge che stabilisce che le prestazioni siano erogate sulla base di un progetto individualizzato approvato dall'Uvmd dell'azienda Ulss, e auspica che siano avviati con sollecitudine i lavori di definizione dei criteri di ripartizione del Fondo ai quali sono chiamate a far parte anche le associazioni rappresentative delle persone non autosufficienti (art. 5 comma 2).



a cura di Emanuele Cenghiaro



(05 marzo 2010)